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Acquisto di un immobile all'asta: analisi della perizia tecnica
Nel processo di acquisto di un immobile allchr("\1")asta, se lchr("\1")avviso di vendita è il regolamento, la perizia di stima è senza dubbio il manuale dchr("\1")istruzioni. Questo elaborato, redatto da un esperto nominato dal Giudice dellchr("\1")Esecuzione, è il documento più importante per un potenziale acquirente. Saperlo leggere e interpretare correttamente è lchr("\1")abilità fondamentale che distingue un investimento oculato da un salto nel buio. Vediamo quali sono le sezioni chiave e come decifrarle. La struttura della perizia e i primi dati da verificare
Una perizia di stima, il cui contenuto minimo è rigorosamente prescritto dall'art. 173-bis delle disposizioni di attuazione del c.p.c., è generalmente un documento corposo e strutturato.
Le prime informazioni da cercare sono:
Data della perizia: Prima di ogni altra cosa, è fondamentale verificare quando è stata redatta. Una perizia datata può non riflettere lo stato di conservazione attuale del bene o le mutate condizioni del mercato immobiliare.
Identificazione del bene: la perizia inizia con la descrizione precisa dell'immobile, la sua ubicazione e, soprattutto, i suoi dati catastali (foglio, particella, subalterno). Questi dati sono essenziali per identificare univocamente la proprietà e per calcolare le imposte. Vanno confrontati con la visura catastale, spesso allegata, ma anche con i dati riportati nell'avviso di vendita, per escludere discordanze.
Descrizione dello stato dei luoghi: il perito descrive dettagliatamente la composizione dell'immobile (numero di vani, superfici, pertinenze come box o cantine), le sue caratteristiche costruttive, lo stato di manutenzione e la presenza... [continua sul sito]
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Pro e contro del 'Ravvedimento Speciale' 2019-2023 per gli aderenti al CPB 2025-2026
I soggetti ISA che hanno aderito al Concordato Preventivo Biennale per gli anni 2025-2026 hanno l’opportunità di regolarizzare le annualità ancora accertabili, ovvero i periodi d’imposta dal 2019 al 2023. Questa “sanatoria” si perfeziona con il versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell’IRAP, da effettuarsi tra il 1° gennaio e il 15 marzo 2026. L’adesione a questo ravvedimento speciale inibisce significativamente il potere di accertamento dell’Amministrazione Finanziaria per gli anni sanati. Nello specifico, non potranno essere notificati i seguenti atti:
Accertamenti analitici sui redditi e sull’IRAP.
Accertamenti analitico-induttivi sui redditi, sull’IRAP e ai fini IVA (come il c.d. “tovagliometro”).
Accertamenti induttivi sui redditi e sull’IRAP.
Di seguito, un’analisi dettagliata dei vantaggi e degli svantaggi.
Vantaggi
Chiusura del passato a costi contenuti: il beneficio più evidente è la possibilità di definire le pendenze fiscali per cinque annualità, mettendosi al riparo da futuri controlli invasivi. Il costo è predeterminato e basato su aliquote sostitutive applicate a un maggior reddito calcolato in base al proprio punteggio ISA, risultando spesso più conveniente rispetto a un accertamento ordinario.
Ampia protezione dagli accertamenti: l’inibizione dei principali metodi di accertamento sui redditi e, in parte, sull’IVA (per gli accertamenti analitico-induttivi) offre una notevole tranquillità al contribuente, permettendogli... [continua sul sito]
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I numeri chiave per guidare la PMI – Come il DPO trasforma i tuoi fornitori in alleati di cassa
Per un imprenditore di una piccola o media impresa (PMI) italiana, la liquidità è ossigeno. Spesso, però, lchr("\1")ossigeno scarseggia non perché lchr("\1")azienda non sia redditizia, ma perché la cassa è bloccata.
Pagare i fornitori è un dovere, ma quando pagarli è talvolta una scelta strategica. Il DPO (days payables outstanding), o giorni di pagamento dei fornitori, è l'indicatore chiave che misura esattamente questo: quanti giorni impieghi, in media, per pagare le tue fatture d'acquisto. Capire e gestire questo numero non significa "fare i furbi" con i partner, ma ottimizzare il proprio ciclo di cassa per liberare risorse vitali e finanziare la crescita.
Il DPO misura il tempo medio (in giorni) che intercorre tra il ricevimento di una fattura da un fornitore e il momento del suo effettivo pagamento. È un indicatore fondamentale del capitale circolante.
La formula più comune e precisa per calcolarlo è:
DPO = (Debiti verso fornitori / Acquisti totali annui) times 365
In alternativa, se il dato degli "acquisti" non è facilmente reperibile o se si vuole usare un'approssimazione comune, si può usare il "costo del venduto" (COGS). Tuttavia, gli acquisti sono preferibili perché rappresentano l'input diretto che genera i debiti verso fornitori.
Dove trovare i dati nel bilancio italiano:
Debiti verso fornitori: si trovano nello stato patrimoniale, alla voce D.9) "debiti verso fornitori" all'interno delle passività (passivo circolante)... [continua sul sito]
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Novità PEC Amministratori: dal 31 ottobre si cambia!
Il DL 159/2025 (“Misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile”) comprende una norma che ben poco ha a che fare con il suo tema. L’art. 13, in vigore dal 31 ottobre 2025, prevede infatti importanti novità sull’obbligo di iscrivere il domicilio digitale degli amministratori dei soggetti già iscritti al Registro Imprese previsto dal comma 860 dell’art. 1 della L. 207/2024 (legge di bilancio 2025). L’articolo 5, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 è stato modificato dal suddetto art. 13 del DL 159/2025 e dal 31 ottobre 2025 la norma stabilisce ora quanto segue: “L’obbligo di cui all’articolo 16, comma 6, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, come modificato dall’articolo 37 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, è esteso alle imprese individuali che presentano domanda di prima iscrizione al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto nonché all’amministratore unico o all’amministratore delegato o, in mancanza, al Presidente del consiglio di amministrazione di imprese costituite in forma societaria. Il domicilio digitale dei predetti amministratori non può coincidere con il domicilio digitale dell’impresa. Le imprese che sono già iscritte nel registro delle imprese comunicano il domicilio digitale dei predetti amministratori entro il 31 dicembre 2025 e, in ogni caso, all’atto del conferimento... [continua sul sito]
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Donazione di nuda proprietà di quote sociali: sì all’agevolazione
Agenzia Entrate - Risposta a Interpello n. 271/2025.
La donazione di partecipazioni sociali ai discendenti è una delle modalità più diffuse per pianificare il passaggio generazionale dell’azienda familiare. E per agevolarlo il legislatore ha previsto, e recentemente esteso, l’esenzione da imposta per la donazione di partecipazioni sociali ai discendenti e al coniuge, purché chi la riceve acquisisca il controllo o integri un controllo già esistente della società donata (art 3, comma 4–ter D.lgs. 31 ottobre 1990 n. 346, TUS).Per farlo non basta che la somma delle partecipazioni donate, per dirla con Totò, “faccia il totale” che porta al controllo, occorre che lo acquisisca chi riceve la donazione, eventualmente in “comproprietà” con gli altri, “a condizione che venga ai sensi dell'articolo 2347 del codice civile, ii diritti dei comproprietari siano esercitati da un rappresentante comune che disponga della maggioranza dei voti esercitabili in assemblea ordinaria “(Risp. a interpello 18 marzo 2024 n. 72).
E’ ciò che ha fatto l’istante nel caso sottoposto all’Agenzia, solo che oltre ad una piccola percentuale di proprietà delle quote sociali, si è “riservato” l’usufrutto su tutte le altre, limitandosi a donarne la nuda proprietà.
Non era però sprovveduto, e ha pattuito nella donazione che i figli nudi proprietari avrebbero avuto la maggioranza... [continua sul sito]
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Comprare casa: la Guida completa alle tasse - Prima dell'acquisto
Lchr("\1")acquisto di una casa rappresenta ancora oggi uno degli investimenti più significativi per gli italiani. È un momento importante, che però porta con sé una serie di complessità burocratiche e, soprattutto, fiscali.
Comprendere il mondo delle tasse legate alla compravendita immobiliare è fondamentale per affrontare questo passo con serenità e per sfruttare tutti i benefici previsti dalla legge. Un aspetto spesso sottovalutato è cosa fare prima di firmare l'atto di acquisto.
Verifiche preliminari: non dare nulla per scontato
Prima ancora di parlare di tasse sulla casa, è essenziale assicurarsi che l'immobile sia "pulito" e che chi vende sia l'effettivo proprietario. Sebbene il notaio sia il garante di queste verifiche, l'Agenzia Entrate mette a disposizione strumenti per una prima consultazione.
L'ispezione ipotecaria
Il servizio più importante è l'ispezione ipotecaria, che permette di consultare i registri immobiliari.
Perché è fondamentale? Perché rivela:
le trascrizioni: indicano i trasferimenti di proprietà (vendite, donazioni, successioni).
le iscrizioni: mostrano la presenza di ipoteche (ad esempio, derivanti da un mutuo del venditore).
le annotazioni: segnalano modifiche alle trascrizioni o iscrizioni, come la cancellazione di un'ipoteca.
In sintesi, l'ispezione ipotecaria vi dice chi è il vero proprietario e se sulla casa gravano ipoteche o pendenze, anche giudiziarie. Questo servizio è gratuito se richiesto dal proprietario (o comproprietario) dell'immobile.
Il contratto preliminare... [continua sul sito]
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Come partecipare a un'asta immobiliare
Lchr("\1")acquisto di un immobile allchr("\1")asta è unchr("\1")opportunità accessibile a molti, ma richiede preparazione e attenzione ai dettagli procedurali. Partecipare non è unchr("\1")impresa impossibile, ma un percorso scandito da regole precise che, se seguite correttamente, portano a un acquisto sicuro e spesso vantaggioso. Ecco una guida pratica per muovere i primi passi nel mondo delle vendite giudiziarie. Fase 1: Ricerca e analisi della documentazione
Il primo passo è trovare l'immobile giusto. La ricerca non avviene più solo presso la cancelleria del Tribunale, ma principalmente online. Il punto di partenza ufficiale è il Portale delle Vendite Pubbliche (PVP), dove è obbligatoria la pubblicazione di ogni avviso di vendita (art. 490 c.p.c.).
L'ordinanza di vendita specifica, inoltre, le pubblicità che il delegato alla vendita deve effettuare dell’avviso di vendita, ossia i siti internet specializzati e autorizzati dal Ministero della Giustizia sui quali l'annuncio può essere trovato o le pubblicazioni che devono essere effettuate sui quotidiani nazionali.
Una volta individuato un immobile di interesse, inizia la fase di studio. I documenti fondamentali sono:
L'avviso di vendita (e l’ordinanza di vendita). Questi documenti costituiscono il "regolamento" dell'asta. L'ordinanza è il provvedimento del Giudice che dispone la vendita, mentre l'avviso è l'atto del professionista delegato che ne riassume i contenuti per il pubblico: contiene tutte le informazioni essenziali: la modalità della vendita (ad esempio mediante vendita sincrona telematica)... [continua sul sito]
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Controllo di Gestione: il professionista ed il QUIZ di inizio autunno
Rimango sempre più del parere che il commercialista sia chiamato a "vestire i panni" del controller con urgenza e non a partire dall’immediato futuro, ma a partire dall’immediato passato, visto che la modifica all’art.2086 c.c. è in vigore oramai dal “lontano” 16 marzo 2019. Ciò che interesserà al cliente e se vogliamo, ciò per il quale il cliente sarà realmente disposto a pagare, non riguarderà tanto l’evidenza di un potenziale futuro problema quanto LA SOLUZIONE a quel problema.
Le soluzioni esulano come già ampiamente trattato dalle semplici diagnosi (quelle si fanno con una relativa facilità), ma necessitano di un approccio e di una preparazione differente. Nel dettaglio e a parere di chi scrive spesso i problemi hanno origine:
Da una contrazione delle vendite seguita da una non contestuale ottimizzazione dei costi (soprattutto quelli di produzione).
Da una pressante concorrenza che porta l’azienda a vendere a margini sempre più risicati e sempre meno idonei a coprire i costi, sia fissi che variabili.
Il passo che porta alle difficoltà di natura finanziaria a quel punto è davvero breve.
Bisogna quindi concentrare la propria attenzione lì dove, nella maggior parte dei casi i costi, a seguito di sprechi, tendono ad accumularsi e cioè a dire nel reparto produttivo.
E’ proprio in produzione che bisogna cercare nuovi spunti volti alla compressione dei costi e così ho deciso di scrivere... [continua sul sito]
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L’informativa sugli obblighi di istituzione di adeguati assetti organizzativi per le contabilità esternalizzate
Sono sempre più Commercialisti che, di fronte alla situazione finanziaria compromessa di un cliente, soprattutto se micro impresa, si sono sentiti dire: "Ma Dottore, non ci pensava lei? Io le ho sempre portato tutte le carte".
Questa frase, che un tempo generava solo frustrazione, oggi, alla luce del Codice della Crisi e della riforma dellchr("\1")art. 2086 c.c., porta con sé lchr("\1")ombra di un rischio professionale non trascurabile. L'obbligo di istituire "adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili" ricade, senza appello, sull'imprenditore. Tuttavia, in un tessuto economico dominato da micro imprese dove l'imprenditore "fa tutto" e la contabilità è totalmente esternalizzata, il confine tra il ruolo di elaboratore dati e quello di "sentinella" della salute aziendale è pericolosamente sfumato.
Vale ancora la pena affidare la serenità professionale, e quella del cliente, a una semplice prassi? No, bisogna agire.
Nel documento Informativa sugli obblighi di istituzione di ADEGUATI ASSETTI ORGANIZZATIVI ai fini della previsione della crisi d'impresa abbiamo realizzato, come semplice prassi operativa facilmente adottabile, un'informativa formale sugli adeguati assetti da rilasciare al cliente, con annessa checklist e manleva.
L’informativa prevede due distinte versioni: una per i clienti in contabilità ordinaria e una per quelli in regime semplificato.
Ecco perché ogni studio dovrebbe adottarla.
1. Il "Qui Pro Quo" della contabilità esternalizzata. Il cliente medio, specialmente se di piccole dimensioni, confonde l'adempimento fiscale con il controllo di gestione... [continua sul sito]
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I numeri chiave per guidare la PMI – Il flusso di cassa operativo: il vero motore della tua azienda, oltre l'utile contabile
Nel mondo degli affari, si sente spesso parlare di utile netto, di fatturato e di profitto, ma cchr("\1")è un indicatore finanziario ancora più importante che determina la vera salute di unchr("\1")azienda, anche se spesso trascurato tra le PMI italiane: il flusso di cassa operativo, o OCF.
Per un imprenditore di una piccola o media impresa italiana, capire lchr("\1")OCF è cruciale perché non misura solo la redditività sulla carta, ma la capacità di unchr("\1")azienda di generare liquidità dalle sue attività principali. Non si può pagare un fornitore con un utile contabile, né si può investire in un nuovo macchinario con un numero su un foglio di carta. Solo il flusso di cassa effettivo, l'ossigeno che tiene in vita la tua attività, ti permette di crescere e di sopravvivere.
L'OCF è la verità dietro i numeri del bilancio, il termometro che misura la febbre della tua impresa.
Cos'è e come si calcola: il flusso di cassa operativo è la liquidità generata o assorbita dalle normali attività di un'azienda. Non include i flussi di cassa da investimenti o finanziamenti, concentrandosi esclusivamente sulla capacità di generare denaro dalla gestione corrente. La sua formula di calcolo parte dall'utile netto, che si trova alla fine del conto economico, e lo aggiusta per le voci non monetarie.
La formula più comune è dunque: utile netto + ammortamenti e svalutazioni - o + variazioni del capitale circolante netto operativo (crediti, debiti, magazzino).
L'utile netto, come detto, si trova nel conto economico. Gli ammortamenti e le svalutazioni si possono reperire nel conto economico e nello stato patrimoniale, mentre le variazioni del capitale circolante si ottengono confrontando... [continua sul sito]
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I protagonisti dell'asta immobiliare: ruoli e responsabilità
Una procedura di esecuzione immobiliare è un meccanismo complesso che coinvolge una pluralità di attori, ciascuno con ruoli e responsabilità definite dal Codice di Procedura Civile.
Comprendere "chi fa cosa" è essenziale per orientarsi in questo mondo, sia per tutelare i propri diritti come debitore, sia per effettuare un investimento consapevole come acquirente. Il Giudice dell’Esecuzione (G.E.)
Figura apicale e garante della legalità dell’intera procedura, il Giudice dell’Esecuzione (G.E.) è il supervisore di tutte le fasi dell’espropriazione, come previsto dall’art. 484 c.p.c. Sebbene le riforme recenti abbiano reso obbligatoria la delega delle operazioni di vendita, il G.E. mantiene il potere direttivo e decisionale su ogni aspetto cruciale del processo.
Le sue funzioni principali includono:
Nominare gli ausiliari necessari, ossia scegliere le figure professionali indispensabili per il corretto svolgimento della procedura, come il custode giudiziario (art. 559 c.p.c.), l’esperto stimatore (art. 569 c.p.c.) e il professionista delegato alla vendita (art. 591-bis c.p.c.).
Emettere l’ordinanza di vendita, che costituisce la base giuridica per procedere all’asta: stabilisce le regole dell'asta (prezzo base, modalità, termini) con un provvedimento che dà il via alla fase di liquidazione (art. 569 c.p.c.).
Risolvere le controversie sorte durante l’esecuzione. Decide sulle opposizioni agli atti esecutivi e su ogni altra contestazione che possa sorgere, garantendo l'equilibrio tra gli interessi... [continua sul sito]
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Plusvalenza Superbonus anche se il donante aveva ereditato
Risoluzione Agenzia Entrate 30 ottobre 2025 n.62. Il contribuente ha ricevuto per donazione l’immobile per cui ha poi fruito della detrazione Superbouns (art. 119 ss. D.L. 19 maggio 2020, n. 34) e non ci ha mai abitato. Dato che il donante lo aveva acquisito per successione, chiede se in sede di rivendita debba assoggettare a tassazione (26 % se tassata al rogito) la plusvalenza realizzata tra valore di acquisto e prezzo di rivendita, senza scomputo nei 5 anni delle spese relative a detti interventi.
L’Agenzia non fa sconti: la plusvalenza va tassata.
Ma come?
Sappiamo che fiscalmente la donazione è neutra per il fisco, per evitare manovre elusive, e che “per gli immobili di cui alle lettere b) e bbis) del comma 1 dell'articolo 67 acquisiti per donazione si assume come prezzo di acquisto o costo di costruzione quello sostenuto dal donante” (art. 68 TUIR).
Sarà quindi necessario riferire il valore iniziale a quello imponibile per l’imposta di successione, cioè il valore catastale dell’epoca, “aumentato di ogni altro costo inerente” e ”rivalutato in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati”, quindi le spese e imposte per la successione, eventuali ristrutturazioni non Superbonus, e rivalutazione ISTAT FOI.
Se quindi la nonna aveva lasciato al figlio negli anni ‘90 l’immobile all’epoca valorizzato... [continua sul sito]
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Cash Flow e rapporto Banca-Impresa: i Commercialisti lanciano l'allarme sul 'Past Due'a 30 Giorni
Un nuovo documento del Consiglio e della Fondazione Nazionale della categoria analizza come una gestione inadeguata del "cash flow" possa compromettere il merito creditizio. Il Commercialista assume un ruolo centrale nella programmazione finanziaria, resa obbligatoria anche dagli adeguati assetti (Art. 2086 c.c.). La gestione della liquidità aziendale, o "cash flow", non è più un'opzione, ma un elemento cardine per la sopravvivenza e lo sviluppo dell'impresa, specialmente nel delicato dialogo con gli intermediari creditizi. Il Consiglio e la Fondazione Nazionali dei Commercialisti hanno recentemente pubblicato un documento cruciale intitolato: “La gestione dei cash flow nella relazione con la banca: gli effetti del past due a 30 giorni”.
L'elaborato, redatto dalla Commissione Finanza Reporting presieduta dal Vicepresidente nazionale Antonio Repaci, pone l'accento su una delle criticità più sottovalutate dalle Piccole e Medie Imprese: l'impatto devastante che anomalie di breve termine, come scaduti o sconfini, possono avere sulla reputazione finanziaria dell'azienda.
Il pericolo del "Past Due" a 30 giorni
Il focus centrale del documento è il limite temporale, apparentemente breve, di 30 giorni di "past due" (scaduto). Questo intervallo, sottolineano i Commercialisti, è sufficiente per minare il merito di credito di un'impresa, incrinando la relazione fiduciaria con la banca e compromettendo future richieste di finanza o il rinnovo degli affidamenti esistenti.
Il... [continua sul sito]
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Dichiarazione d'intento omessa o tardiva: rischi e soluzioni per il fornitore
Nel sistema IVA italiano, gli esportatori abituali beneficiano di un importante regime di favore: la possibilità di acquistare beni e servizi senza l’applicazione dell’imposta, utilizzando un apposito "plafond". Strumento essenziale di questo meccanismo è la dichiarazione d’intento, un documento con cui l’esportatore comunica al proprio fornitore la sua volontà di avvalersi di tale facoltà. Tuttavia, la procedura, oggi interamente telematica, impone obblighi precisi non solo all’esportatore ma, soprattutto, al fornitore. L’emissione di una fattura in regime di non imponibilità IVA senza aver rispettato scrupolosamente l’iter previsto espone il fornitore a rischi finanziari significativi. Vediamo in dettaglio quali sono le criticità e quali le vie d’uscita per sanare eventuali errori.
I Rischi e le sanzioni: cosa accade se si emette fattura prima del tempo
Il punto cruciale della procedura riguarda la tempistica e la verifica. L’esportatore abituale (il cliente) ha l’obbligo di trasmettere telematicamente la dichiarazione d’intento all’Agenzia delle Entrate. Il fornitore, a sua volta, prima di emettere la fattura non imponibile, ha l’obbligo inderogabile di verificare l’avvenuta presentazione della dichiarazione e la relativa ricevuta telematica sul sito dell’Agenzia.
Se il fornitore emette la fattura senza IVA prima che il suo cliente abbia trasmesso la dichiarazione, o comunque senza averne prima verificato l’esito positivo, diventa l’unico responsabile della violazione. Le conseguenze sono molto pesanti:
Responsabilità... [continua sul sito]
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I numeri chiave per guidare la PMI – Il costo del venduto (COGS): come analizzarlo per aumentare i margini di profitto
Ogni azienda, sia essa una produttrice di beni tangibili o una rivenditrice di prodotti finiti, si confronta con un elemento centrale del proprio conto economico: il costo del venduto, meglio noto con lchr("\1")acronimo inglese COGS (cost of goods sold). Questa voce di bilancio non è una semplice spesa tra le tante, ma rappresenta il costo diretto sostenuto per produrre o acquistare i beni che sono stati effettivamente venduti in un determinato periodo. Comprendere a fondo il COGS, saperlo calcolare correttamente e, soprattutto, analizzarlo in modo strategico è un passo fondamentale per qualsiasi imprenditore o manager che miri a ottimizzare l'efficienza operativa e ad aumentare i margini di profitto.
Innanzitutto, è cruciale definire con precisione cosa rientra e cosa non rientra nel calcolo del costo del venduto. Il principio guida è quello della "diretta attribuibilità". Nel COGS vanno inclusi tutti i costi direttamente collegati alla produzione o all'acquisto dei beni.
Per un'azienda manifatturiera, questi includono tipicamente tre categorie principali:
le materie prime utilizzate nel processo produttivo,
la manodopera diretta (cioè i salari degli operai che lavorano fisicamente sui prodotti)
e i costi generali di produzione (come l'energia elettrica per i macchinari, l'ammortamento degli impianti o i materiali di consumo della fabbrica).
Per un'azienda commerciale, come un negozio al dettaglio o un e-commerce, il COGS è costituito principalmente dal costo di acquisto della merce dai fornitori, a cui si possono aggiungere i costi di trasporto per far arrivare i prodotti in... [continua sul sito]
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Controllo di Gestione: il commercialista e l’imprenditore...un continuo affiancamento
Per prima cosa chiarisco il titolo di questo breve articolo. Il professionista/consulente che vuole vestire i panni del controller dovrà supportare il proprio cliente con continuità e, quando richiesto, essere presente al fine di consigliarlo sui più svariati aspetti della gestione. Per prima cosa chiarisco il titolo di questo breve articolo. Il professionista/consulente che vuole vestire i panni del controller dovrà supportare il proprio cliente con continuità e, quando richiesto, essere presente al fine di consigliarlo sui più svariati aspetti della gestione. Un modello di controllo così congegnato ha come “contro” un impegno che non si esaurisce con un unico comodo meeting mensile chiusi in una stanza a parlare solo di numeri (tra l’altro spesso neanche ben recepiti dall’imprenditore); avrà invece come “pro” la fattiva possibilità di porre in essere, oltre che un continuo e proficuo business per sé stessi, la reale ottimizzazione del conto economico dell’impresa seguita. Sono le soluzioni quelle che alla fine contano non certamente le sole diagnosi (che spesso lasciano il tempo che trovano).
Fatta questa debita premessa, torno ad occuparmi dell’imprenditore caseario oggetto di una delle due case history che stiamo portando avanti da poco più di un anno. Nel dettaglio, a seguito di un costo di trasformazione troppo elevato, si è deciso di migliorare il processo produttivo acquistando un nuovo macchinario (in sostituzione di quello... [continua sul sito]
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Le fasi della procedura esecutiva immobiliare: dal pignoramento alla distribuzione del ricavato
La vendita di un immobile allchr("\1")asta non è un evento improvviso, ma il punto di arrivo di un percorso giuridico strutturato e rigoroso. Conoscere le singole fasi di questo processo è indispensabile per chiunque vi sia coinvolto. Vediamo nel dettaglio lchr("\1")iter che trasforma un debito in unchr("\1")asta giudiziaria, seguendo le scansioni previste dal codice di procedura civile. 1. Il titolo esecutivo e l'atto di precetto
Tutto ha inizio da un'obbligazione non adempiuta. Per poter procedere, il creditore deve possedere un titolo esecutivo, definito dall'art. 474 c.p.c. come un documento che accerta il suo diritto in modo certo, liquido ed esigibile. Esempi di titoli esecutivi sono le sentenze di condanna, i decreti ingiuntivi esecutivi, i verbali di conciliazione, gli atti ricevuti da notaio (come i contratti di mutuo), ma anche le cambiali e gli assegni. Successivamente, il creditore notifica al debitore l'atto di precetto (art. 480 c.p.c.), un'intimazione formale a saldare il debito entro un termine non inferiore a 10 giorni, pena l'avvio dell'esecuzione forzata.2. L'atto di pignoramento immobiliare
Se il debito non viene saldato, si procede con il pignoramento. Secondo l'art. 555 c.p.c., il pignoramento immobiliare si esegue mediante notifica al debitore di un atto che individua con precisione l'immobile e lo ingiunge di astenersi da qualunque atto volto a sottrarlo alla garanzia del credito. Questo atto viene poi trascritto nei registri immobiliari dall'ufficiale giudiziario, rendendo il vincolo opponibile a terzi. Da questo momento, l'immobile... [continua sul sito]
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L’integrazione delle clausole ESG negli statuti societari: una scelta legittima e strategica
Le aziende caratterizzate da una visione moderna sono sempre più chiamate a guardare oltre la massimizzazione del profitto, integrando nella propria strategia obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG). Un recente approfondimento ha messo in luce come l’inserimento di clausole di sostenibilità all’interno degli statuti societari non solo sia una pratica legittima, ma rappresenti anche una leva fondamentale per la competitività e la crescita nel lungo periodo. Le clausole di sostenibilità, o clausole ESG, sono disposizioni statutarie che affiancano allo scopo di lucro tradizionale (la massimizzazione dei profitti) ulteriori finalità di beneficio comune. Queste finalità possono includere la tutela dell’ambiente, il benessere dei dipendenti e della collettività, la salvaguardia dei diritti umani o, più in generale, il perseguimento di un impatto sociale positivo.
La loro legittimità è fondata su un principio ormai consolidato: l’attività d’impresa non deve necessariamente limitarsi alla divisione degli utili, ma può e deve considerare anche l’impatto complessivo che genera. Questo orientamento è stato confermato anche dai comitati notarili, come quello del Triveneto, i quali hanno stabilito che è possibile inserire nello statuto societario scopi ulteriori rispetto a quello lucrativo, in linea con quanto previsto per le cosiddette “società benefit” (legge 208/2015). Di fatto, il perseguimento di finalità di beneficio comune è consentito a qualsiasi tipo di società.
L’introduzione di clausole ESG modifica in parte la visione degli amministratori: loro compito non è più solo la ricerca del profitto immediato,... [continua sul sito]
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I numeri chiave per guidare la PMI - Net profit margin: quanto guadagna davvero la tua azienda? L'analisi dell'ultima riga del bilancio
Nel linguaggio comune degli affari, termini come "fatturato", "ricavi" e "vendite" sono spesso usati come sinonimi di successo. Unchr("\1")azienda che fattura milioni di euro viene immediatamente percepita come unchr("\1")impresa in salute. Tuttavia, il fatturato, per quanto importante, racconta solo una parte della storia. Esso rappresenta la linea più alta del conto economico, il cosiddetto "top line", ma non dice nulla su quanto di quel valore si trasforma in profitto reale. Per scoprire la vera efficienza e la salute finanziaria di un business, è necessario scendere fino all'ultima riga del bilancio, il "bottom line", dove si trova l'utile netto.
Ed è proprio da qui che deriva uno degli indicatori di redditività più significativi e scrutati: il net profit margin, o margine di profitto netto.
Il net profit margin è una percentuale che esprime la capacità di un'azienda di convertire i ricavi in profitto effettivo, dopo aver tenuto conto di tutte le spese sostenute. Mentre altri margini, come il margine lordo o il margine operativo, offrono una visione intermedia della redditività, il margine di profitto netto è l'indicatore definitivo dell'efficienza complessiva. Esso risponde a una domanda semplice ma cruciale: per ogni euro di ricavo generato, quanti centesimi rimangono all'azienda come guadagno pulito?
La sua formula è diretta e di facile comprensione: net profit margin = (utile netto / ricavi totali) * 100.
Per applicare questa formula, è necessario prima calcolare l'utile netto, con un processo di sottrazione progressiva dal totale dei ricavi. Si parte dai ricavi di vendita e si sottrae il costo del venduto (COGS) per... [continua sul sito]
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Cosa sono le esecuzioni immobiliari: guida per debitori e investitori
Il termine "esecuzione immobiliare" evoca spesso scenari complessi e situazioni di difficoltà finanziaria. Tuttavia, rappresenta un meccanismo giuridico fondamentale, disciplinato dal Libro Terzo del Codice di Procedura Civile, per il corretto funzionamento del sistema economico e creditizio. Comprendere a fondo cosa sia un'esecuzione immobiliare è il primo passo per affrontarla con consapevolezza, sia che ci si trovi nella posizione del debitore che rischia di perdere la propria casa, sia in quella dell'investitore interessato a cogliere un'opportunità di acquisto.
Definizione e scopo della procedura
Un'esecuzione immobiliare è una procedura giudiziaria coattiva, ovvero un'azione legale forzata attraverso la quale un creditore cerca di recuperare il proprio credito insoddisfatto aggredendo il patrimonio immobiliare del suo debitore. In parole semplici, se un individuo o un'azienda non riesce a onorare un debito, il creditore, munito di un titolo esecutivo (ad esempio, una sentenza, un decreto ingiuntivo o un contratto di mutuo), può rivolgersi al Tribunale e, con l'assistenza di un legale, avviare un processo che culmina con la vendita forzata dell'immobile, secondo le forme dell'espropriazione forzata (art. 483 c.p.c. e seguenti).
Il processo ha inizio formalmente con la notifica dell'atto di pignoramento, un'ingiunzione che l'Ufficiale Giudiziario rivolge al debitore, intimandogli di astenersi da qualsiasi atto volto a sottrarre l'immobile alla garanzia... [continua sul sito]
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